Gli scontri nel pomeriggio a Isola della Scala e al confine tra San Bonifacio e Gambellara. Marco Limina è stato investito con la sua bici. Morto anche un operaio vicentino
VERONA - Un pomeriggio nero sulle strade veronesi. Due incidenti nel giro di poche ore costati la vita a un ciclista di Isola della Scala e a un operaio vicentino di Lonigo. Il primo è avvenuto poco prima delle 16 sulla statale 12 a Isola, in località Pellegrina. Marco Limina, ciclista di 38 anni residente in centro a Isola, stava pedalando in via Madonna, la strada che collega Erbè con la statale 12. Arrivato all’incrocio con la statale ha svoltato a destra, verso Nogara. «Si è alzato sui pedali, poi all’improvviso ha incominciato a procedere a zig-zag. È stata questione di un attimo e ce lo siamo trovati sul cofano della nostra auto». Il marito della donna che conduceva quella Ford Fiesta che ha centrato Limina era ancora sotto choc per lo spavento. La moglie, una signora di 73 anni residente a Ostiglia (Mantova), non ha nemmeno avuto il tempo di rendersi conto di ciò che stava succedendo. Il ciclista ha sbandato all’improvviso, invadendo la corsia opposta dove viaggiava la coppia mantovana, diretta verso Verona.L’impatto è stato violento e Limina è rimbalzato sul cofano, prima di sbattere la testa contro la cancellata dell’abitazione di Enzo Pettene e cadere privo di sensi nel piccolo fossato che costeggia la statale, proprio davanti alla villetta. «Abbiamo sentito le urla dalla strada e siamo usciti per vedere cosa fosse successo - ha detto Pettene -. Purtroppo però per quell’uomo non c’era più nulla da fare». È morto praticamente sul colpo. Inutili i tentativi di rianimarlo da parte del personale di Verona Emergenza arrivato sul posto con l’elicottero. I carabinieri di Isola della Scala sono intervenuti per ricostruire la dinamica. Secondo le prime testimonianze raccolte la vittima, che non indossava il caschetto di protezione, avrebbe sbandato improvvisamente verso sinistra dopo essersi immessa sulla statale. Non è ancora stato chiarito se abbia perso il controllo della due ruote a causa di un imprevisto (la caduta della catena oppure lo scarpino sganciatosi dal pedale) o se sia stato colpito da un malore. «Era un ragazzo d’oro, appassionato di sport - ha ricordato una zia -. Viveva a casa con i genitori, non riusciamo a credere che sia successo proprio a lui. E questa sera (ieri ndr.) voleva andare a vedere una gara di ciclismo amatoriale proprio qui a Isola».
Il Trittico Notturno, svoltosi nella zona industriale e organizzato dalla Veloce Club di Isola, società amatoriale nella quale Marco aveva militato per qualche anno. «Ho saputo poco fa della triste notizia - ha detto il presidente della società, Carlo Cristofoli -. Era un atleta molto determinato. Si allenava spesso da solo e amava davvero questo sport». Stava invece tornando a casa dopo una giornata di lavoro, Aldo Puliani, operaio vicentino di 61 anni morto ieri sera nell’incidente avvenuto poco dopo le 18 sulla regionale 11 al confine tra il comune di San Bonifacio e quello di Gambellara. Secondo una prima ricostruzione degli agenti della polizia locale di San Bonifacio, la vittima che guidava da Vicenza verso Verona, era ferma con l’auto in mezzo alla strada per svoltare a sinistra in via Ferrari. Una Ford Mondeo che arrivava da dietro non si è accorta del veicolo fermo e l’ha tamponato sul lato posteriore destro, facendolo finire sulla corsia opposta dove stava viaggiando un autotreno della ditta Pulvini trasporti. L’auto di Puliani si è schiantata contro la motrice del tir, ribaltandosi poi su se stessa. Un impatto fatale per l’operaio, morto praticamente sul colpo. Per estrarlo dalle lamiere sono dovuti intervenire i vigili del fuoco di Lonigo. Distrutti i quattro figli, giunti immediatamente sul posto dopo aver appreso la notizia. «Stava tornando a casa. E pensare che era diventato nonno poche settimane fa - ha detto il figlio Denis -. Non ci sono parole per commentare quel che è successo».
Enrico Presazzi
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