giovedì 4 agosto 2011

Alla Casta non bastano i permessi per le Ztl. Multe, liti e ricorsi

A decine pizzicati sulle corsie preferenziali. Consiglieri provinciali in rivolta a Padova contro i verbali. E problemi nelle altre città


VENEZIA—A Vicenza succede ogni 15 minuti, a Mestre ogni 10. A Padova e Verona la frequenza aumenta ancora di più e si arriva al record di una multa ogni 5 minuti. A vedere i numeri non c'è alcun dubbio: i peggiori nemici degli automobilisti sono i varchi delle Ztl sparsi un po' dappertutto nei capoluoghi veneti. I cartelli di divieto spesso sono seminascosti, la viabilità cambia a ritmo incessante - perché ci sono i tram in costruzione, i cantieri, gli incidenti e le manifestazioni dei sindacati, dei lavoratori e perfino quelle degli industriali - ma le telecamere non perdonano e colpiscono con la precisione di una ghigliottina da 79 euro al colpo. I ricavi delle multe poi sono così alti ormai che Verona e Padova si vedono scivolare nelle casse del bilancio comunale 7 o anche 8 milioni di euro all'anno. Un sacco di soldi che se non vengono riscossi subito possono sempre essere ceduti a Equitalia per rimpinguare comunque le casse comunali. Non tanto da meno è l'importo che spetta al Comune di Venezia: quasi 6 milioni di euro grazie alle vie a traffico limitato del centro di Mestre e al fatto che è stata istituita una Ztl per i pullman turistici che attraversano il ponte della Libertà. Più modesto è l'importo del Comune di Vicenza che non arriva a 4 milioni di euro all'anno, ma si tratta pur sempre di una cifra di tutto rispetto al punto che le Ztl sembrano essere ormai una fonte irrinunciabile per le amministrazioni cittadine.
Le Ztl però non toccano le auto del mondo politico veneto. Ogni Comune infatti rilascia da 5 mila a 15 mila permessi (in tutta la regione superiamo i 40 mila) per artigiani, commercianti, giornalisti, medici, disabili, carri funebri e sposi promessi (ovviamente limitato al giorno del matrimonio) e nel mucchio infila gli esponenti politici della vita cittadina che hanno diritto a pass gratuiti o permessi per i parcheggi: è il caso dei consiglieri comunali e regionali, di alcuni consiglieri provinciali, di qualche parlamentare e di molti dirigenti degli enti collegati. Niente di strano se si considera che i municipi e gli uffici dei Comuni sono generalmente in centro città - o peggio in laguna nel caso di Venezia - e che in qualche modo i rappresentanti dei cittadini devono pur entrare nel cuore delle zone a traffico limitato se vogliono fare il mestiere per cui sono stati eletti. Ed ecco dunque giustificati i sessanta permessi concessi dal Comune di Vicenza ai consiglieri comunali, i cento e rotti di Verona e di Padova e gli oltre trecento di Venezia che deve concedere i pass ai consiglieri comunali, a quelli provinciali, a quelli regionali e pure a tutti i consiglieri di Municipalità (per tacere dei motoscafi). Ma i politici locali apparentemente non si accontentano di passare per le zone inibite alla maggior parte dei cittadini del Comune - di solito residenti e dimoranti hanno permesso a pagamento - e, forti del cartellino appiccicato sul cruscotto delle loro auto, corrono allegramente anche sulle corsie riservate agli autobus e ai tram o parcheggiano la macchina in zone strettamente destinate ai residenti.
Risultato? Una multa da 79 euro, esattamente come capita a tutti gli altri automobilisti. A differenza di tutti gli altri però i consiglieri comunali pare non vogliono né pagare né fare ricorso. Un po' ovunque i titolari dei permessi politici hanno chiesto ai rispettivi sindaci o ai presidenti del consiglio comunale di rivedere le norme sulle Ztl per evitare di dover pagare le multe collezionate. La vicenda si è ripetuta come una fotocopia di municipio in municipio con diversi gradi di successo. A ottobre dell'anno scorso nelle sale del palazzo comunale veneziano due consiglieri sono arrivati a strattonarsi e a prendersi a cazzotti dopo una serie di sfottò perché uno di loro ha tenuto in scacco per ore la riunione dei capigruppo nel tentativo di fare chiarezza su una multa da 38 euro che alla fine ha dovuto pagare. A Padova poi la faccenda è andata ancora peggio al punto che il ricorso di alcuni consiglieri provinciali contro le multe è diventato rapidamente uno scontro politico che ha richiesto perfino l'intervento della presidente della Provincia Barbara Degani che, di fatto, ha richiamato all'ordine tutti quelli che stanno cercando di evitare di pagare le multe. Una serie di consiglieri, assessori e dipendenti della Provincia di Padova infatti ha collezionato migliaia di euro di sanzioni facendosi immortalare dalle telecamere mentre percorreva la corsia riservata a bus e taxi - per la quale hanno il permesso solo i bus e i taxi - che rappresenta una sorta di scorciatoia pe

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