ROMA - Si accende il dibattito sulla proposta di introdurre nel Codice Penale il reato di «omicidio stradale», rilanciata a Ferragosto dal ministro dell'Interno Roberto Maroni. Mentre La Destra, Idv ed ora anche il Pd e la Lega Nord litigano sulla paternità dell'idea, un sondaggio dell'Ania (la Fondazione che riunisce le compagnie assicuratrici) rivela che l'84% degli italiani sarebbe favorevole all'introduzione del nuovo reato.
«Troppe persone continuano a pensare che guidare sia una cosa banale - sottolinea l'Ania -, che possono fare come gli pare. Invece guidare significa condurre un'arma a quattro ruote. Se guidi ubriaco non puoi pensare che l'incidente sia un fatto capitato per caso. Ne sei direttamente responsabile».
AUMENTANO LE VITTIME DI PIRATI - La questione era stata riportata d'attualità dalla pubblicazione, a inizio agosto, di drammatiche statistiche sul costo degli incidenti legati ai «pirati della strada». Ed è tornata sulle prima pagine dei giornali con la morte di 4 giovani turisti francesi uccisi sulla A26 da un imprenditore albanese che guidava ubriaco contromano.
Il costo in termini di vite umane dell'incoscienza e dell'irresponsabilità dei pirati della strada, nel 2011, ammonta finora a 71 vittime in 348 incidenti di questo genere (+44,7% rispetto al 2010), cui si sommano 418 feriti. Secondo il portale dell'Asaps (Associazione sostenitori amici della polizia stradale), mentre il numero complessivo degli incidenti stradali in Italia diminuisce, nel primo semestre 2011 i casi di pirateria stradale con vittime aumentano del +39%. Come dire più di 2 morti e 16 feriti a causa dei pirati ogni settimana. Più gravi e numerosi, nel complesso, i feriti: nel 2011 gli incidenti con lesioni significative sono stati 293 (nel 2010, erano 212). In testa alle regioni più pericolose a causa della pirateria stradale, sono Lombardia e Lazio.
COME 18 SISMI IN ABRUZZO - «Fanno molta impressione le stragi con più vittime - osserva Sandro Salvati, presidente della Fondazione Ania - ma ogni due ore sulle strade italiane muore una persona». E sfogliando i risultati di un recente sondaggio condotto in collaborazione con l'Ipso, aggiunge: «E' come se ogni anno in Italia si verificassero 18 terremoti d'Abruzzo. Una tragedia nazionale che dobbiamo tutti avere ben presente». Già lo scorso aprile Fondazione Ania aveva chiamato tecnici e politici a discutere la proposta «di introdurre una fattispecie normativa che regoli il reato stradale, soprattutto quando si causano morti o feriti gravi».
Da Roma, il consigliere comunale del Pd e membro della commissione Sicurezza, Dario Nanni, fa sapere che numerosi politici capitolini hanno aderito e di aver «presentato a giugno una mozione che chiede al Consiglio comunale di aderire alla proposta di legge promossa dall'associazione Lorenzo Guarnieri e dal Comune di Firenze».
DROGA E ALCOL IN 8 CASI SU 10 - Nel frattempo Ania sottolinea come «8 incidenti su 10 sono dovuti a comportamenti umani sbagliati: distrazione, mancato rispetto delle regole, alcol e droga. Soprattutto alcol nei giovani». Nel 2010 gli incidenti stradali sono diminuiti del 6,1% rispetto all'anno precedente. Diminuite anche le vittime che sono state 2.458 (-3,2%) e i feriti (75.814, con una calo del 6,1%). Ma nel solo 2009 a causa di incidenti stradali ben 20mila persone sono rimaste paraplegiche. «Tutto questo deve farci riflettere - conclude Salvati - dobbiamo ricordarci che quando siamo al volante ci sono delle regole che vanno rispettate. Condotte di guida scorrette e sconsiderate causano alcuni tra i più gravi delitti stradali. È giusto che, in taluni casi, si configuri l'ipotesi di dolo eventuale, per la gravità sociale, umana ed etica degli incidenti».
Luca Zanini
Vorrei sapere come fa certa gente a prendere la patente, ma sopratutto come possa solo concepire di continuare a guidare in contromano dopo essersi resa conto di aver sbagliato... a mio parere queste persone non possono e non devono godere della nostra comprensione, ma solo e unicamente del nostro profondo disprezzo...
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