domenica 14 agosto 2011

Uccide un ciclista e scappa Il guidatore era ubriaco

Il livello dell'alcol era di 2.5 grammi per litro. L'uomo è stato arrestato nella sua abitazione. La vittima è Davide Zandonà
GODEGO (Treviso) — Era ubriaco Riccardo Bonaldo, il pirata della strada che venerdì sera ha travolto e ucciso a Castello di Godego, Davide Zandonà, 42enne di Castelfranco Veneto senza prestargli soccorso. Gli esami alcolimetrici a cui è stato sottoposto nella notte in ospedale hanno dato un risultato inequivocabile: il livello di alcol era di 2.54 grammi litro, ben cinque volte il limite consentito per legge. L’uomo è stato arrestato e, su disposizione del magistrato di turno, si trova ora agli arresti domiciliari nella sua abitazione. Quando i carabinieri sono arrivati a casa sua, Bonaldo era in stato confusionale. Una condizione provocata sia dallo stordimento dovuto all’alcol sia dallo shock di un incidente di cui si è evidentemente reso conto.

Il 44enne, artigiano imbianchino, quand’è arrivato a casa e prima di crollare a letto, ha comunque avuto la lucidità per nascondere sotto un telo la sua Fiat Multipla, un disperato tentativo di nascondere i segni dello schianto. Un incidente pauroso quello provocato dall’uomo e che è costato la vita al 42enne castellano. Tutto si è consumato in pochi minuti, in via XXVII Settembre, la strada che da Vallà di Riese porta verso Castello di Godego, poco dopo il ponte. Su questa piccola strada, fatta di curve che si snodano tra i campi, correva Davide Zandonà. Dietro di lui, anche lei in bicicletta, sua madre. Da dietro, è giunta quell’auto. Bonaldo ha tentato un sorpasso azzardato ma, quando si è accorto che dalla direzione opposta stava sopraggiungendo un’altra auto, ha dato una brusca sterzata al volante travolgendo i due ciclisti. La vittima è stata centrata con la parte anteriore sinistra dell’auto e scaraventata a decine di metri. Un impatto prima con l’auto e poi con l’asfalto che lo ha praticamente ucciso sul colpo. Ferita in modo non grave, la madre 68enne di Zandonà.

Bonaldo non ha avuto un attimo di esitazione, non ha pensato a soccorrere i feriti ma ha premuto il piede sull’acceleratore fuggendo, inseguito da un testimone che non è però riuscito a raggiungerlo. Fondamentali le testimonianze degli altri automobilisti per identificare Bonaldo e consentire ai carabinieri di arrestarlo.

M.P.
M.C.
06 agosto 2011

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